Santa Barbara Vergine e Martire di Nicomedia

 

Barbara nacque nel 273 d.C. a Nicomedia in Bitinia (Turchia), oggi città di Izmit. Nel 287 suo padre Dioscoro, importante funzionario imperiale, venne trasferito in Sabina (alto Lazio) nella città di Numanzia (odierna Scandriglia) in provincia di Rieti.

Il trasferimento di Dioscoro fu un premio alla sua fedeltà verso l’Impero Romano, in modo particolare nei riguardi dell’imperatore Massimiano. Dioscoro si trasferì quindi con la famiglia in una lussuosa villa romana con annessi vasti possedimenti.

Barbara era una fanciulla di straordinaria bellezza ed in molti la chiedevano per moglie.

Dioscoro, che non gradiva queste richieste proponendosi di farla maritare con nobili romani, chiuse Barbara in una torre per sottrarla agli sguardi degli uomini. Nella torre Barbara viveva attorniata da ancelle e da maestri che la istruirono nelle più vaste materie.

Quando Dioscoro capì che sua figlia aveva ormai aderito alla fede cristiana, andò su tutte le furie.

Lui, uomo fedele all’imperatore Massimiano, convinto adulatore degli dei di Roma e proteso a mantenere gli agi di quella sua vita, non poteva permettere che sua figlia fosse divenuta seguace del Cristo. Il 2 dicembre del 290 d.C. Dioscoro denunciò quindi Barbara al giudice Marciano che, dopo averle inflitto numerose torture e dopo inutili tentativi per convincerla ad onorare gli dei di Roma, la condannò a morte per decapitazione.

Era il 4 dicembre dell’anno 290. Insieme a Barbara venne condannata a morte anche la sua più intima amica, Giuliana.

Il padre Dioscoro, in preda a delirante esaltazione, si offrì come esecutore della pena capitale, venendo incenerito da una saetta subito dopo aver reciso la testa della propria figlia.

 

Le relique di S. Barbara, vergine e martire, riposano ancor oggi nella Cattedrale di Rieti, poste in un’urna sotto l’altar maggiore.

 

In seguito la sua celeste protezione fu estesa a tutte le persone che erano esposte nel loro lavoro al contatto con il fuoco e con materiale esplosivo, come gli artificieri, gli artiglieri, i minatori, i fabbricanti di fuochi d’artificio, i fonditori di metalli ed il Genio Militare. Il patrocinio di S. Barbara raggiunge anche i carpentieri, gli architetti, i becchini, i campanari, gli  elettricisti. Venerata anche come protettrice dei Vigili del Fuoco e della Marina Militare Italiana. Nelle navi da guerra, così come nelle caserme militari, il deposito delle armi e munizioni è denominato appunto “Santa Barbara”.

 

La Chiesa ne celebra la memoria liturgica il 4 Dicembre.